L’iniziativa di Farsi Prossimo coinvolge alcuni richiedenti asilo
CAVOLI per beneficenza, in città arriva una nuova iniziativa della Caritas della diocesi di Faenza e Modigliana. I prodotti dell’orto possono diventare il mezzo per aiutare l’integrazione e dare una mano alle associazioni che lavorano nel campo del volontariato.
SI CHIAMA “Terra Condivisa” ed è un progetto dell’associazione Farsi Prossimo, costola della Caritas diocesana, avviata con parte dei proventi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica. In buona sostanza l’associazione di volontariato Farsi Prossimo ha preso in affitto un appezzamento di terra di circa un ettaro a Castel Raniero che viene portato avanti dagli operatori.
L’IDEA, che partirà ufficialmente a marzo, ha iniziato a fare i suoi primi passi. L’operatore assieme ad alcuni ragazzi richiedenti asilo o persone svantaggiate economicamente hanno lavorato l’appezzamento, impiantando un orto e lavorando alcuni alberi da frutta già esistenti. In questo periodo si stanno raccogliendo dei cavoli che nei giorni scorsi sono stati venduti in cassetta agli stessi volontari delle associazioni o a dipendenti per promuovere e far conoscere l’iniziativa.
«DA MARZO – spiega Alice Spada, referente per il progetto Terra Condivisa – ci sarà l’inserimento di alcune persone che vivono una condizione di fragilità che lavoreranno l’orto e la frutta che verrà prodotta.
Stiamo pensando anche a una vendita “porta a porta” e ad iniziative promozionali nelle feste e sagre disposte ad ospitarci. Il progetto ha una doppia valenza.
Da un lato chi lavorerà nei campi per la raccolta, la coltivazione e la vendita, sarà impiegato come tirocinante ricevendo un salario così da poter iniziare che avvia queste persone a un’attività lavorativa più stabile.
Inoltre, ci sarà un ricavato che servirà per sostenere l’iniziativa stessa che riteniamo possa essere una risposta per la collettività sia dal punto di vista sociale che da quello della salvaguardia dell’ambiente».
IL PROGETTO ha tra gli obiettivi di dare ai partecipanti le competenze per approcciarsi al mondo del lavoro agricolo, ma non è l’unico.
A loro verrà insegnato come operare per portare avanti le colture ma anche una parte teorica, lingua italiana compresa, il tutto per favorire l’autonomia e la responsabilizzazione.